jueves, 16 de junio de 2011

Italia, la forza di cambiare

Italia, la forza di cambiare

Giorgio Vittadini

giovedì 16 giugno 2011



Cosa è accaduto, allora, all’Italia? E’ accaduto che si sta vergognando della sua cultura, della sua capacità di conoscenza “per avvenimento”, che sarebbe, proprio nel momento di crisi odierna, la sua più efficace risorsa, e sta cercando la sua strada altrove. Il contributo più originale dei cattolici alla vita italiana, oggi, può ancora essere quello di risvegliare questo tipo di intelligenza magnanima della realtà, da cui, solo come conseguenza, può derivare anche la tutela dei principi irrinunciabili e una morale per l'uomo. Il contributo dei cattolici è questa diversa posizione e prospettiva di fronte alla sfida della realtà quotidiana: un modo di conoscere non ridotto, realista e capace di nesso col desiderio umano.

C’è un nemico di questa concezione e prassi che ha fatto grande l’Italia. Viviamo in un’epoca, dal 1600 a oggi, in cui la filosofia e il pensiero economico e politico privilegiano un altro tipo di uomo: non quello che conosce partendo dal desiderio, bensì quello negativo che si muove seguendo le sue pulsioni egoistiche (e che lo Stato deve controllare). Assumendo questa concezione, molti hanno perso quel realismo capace di cambiamento e l’hanno trasformato in lamento, comodo, giustizialismo, utopia, delega al potente di turno, non assunzione della propria responsabilità, resistenza al cambiamento, distacco dai propri ideali. Spesso non se ne è coscienti, ma questo è l’inizio del declino umano, sociale, economico e politico di singoli, gruppi, nazione intera. Le celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia sono una grande occasione per la riscoperta di un pensiero e una prassi più confacenti ai nostri attuali bisogni e desideri, come singoli, comunità, popolo.